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Nella consapevolezza che "non esistono discipline ma soltanto problemi e l'esigenza di risolverli" (K. R. Popper) è sembrato opportuno affrontare il tema della produzione e del commercio dei preziosi nel mondo romano in quell'ottica interdisciplinare che da tempo appare prevalentemente nella storia degli studi. La scelta di interrogare fonti afferenti a discipline diverse ha evidenziato la necessità di trattare separatamente l'artigianato suntuario legato all'oro, cui è dedicato questo volume, da quello dell'argento, dal momento che i due cicli produttivi si differenziavano, incentrandosi il primo sul felice connubio con le pietre preziose e le perle. L'approccio metodologico prescelto ha reso disponibile seguire le principali fasi in cui si articolava il ciclo dell'oro, dall'acquisizione del metallo fino alla sua riduzione in semilavorati e in prodotti finiti e, contestualmente, si è rivelato utile per definire o precisare qualifiche e competenze tecniche degli artigiani che operavano in ciascuna di esse.